martedì 26 gennaio 2010

Invito alla discussione per i soci Giscel

Un documento sulla situazione della scuola?
Aderisco all’invito di Maria Pia ad aprire una discussione che possa portare a redigere un documento Giscel sulla situazione della scuola sotto l’attuale governo (se tale può dirsi).
Cerco di ricostruire le rapide fasi che hanno preceduto questa discussione, anche se confesso di non avere conservato memoria di tutto.
Il 22 gennaio Maria Pia diffonde un documento che ha ricevuto dall’AIIG (Assoc. italiana Insegnanti di Geografia) che chiede di opporsi “al rischio di scomparsa della Geografia dai percorsi formativi dei futuri licei” (da 3 a 2 ore nel biennio - da condividere con Storia); domanda pareri su un’adesione della nostra associazione. In giornata arrivano almeno quattro o cinque proposte di adesione. Io scrivo (dapprima a Maria Pia, poi a tutto l’indirizzario, visto il numero delle adesioni) obiettando che “credo che un contenimento degli orari complessivi sia opportuno e che non sia necessario che tutti studino tutto a tutti i livelli”. A quel punto interviene Cristina sostenendo “che il problema della scuola e del suo smantellamento vada ben oltre la questione della diminuzione della presenza della geografia. Stanno tagliando tutte le ore, comprese quelle di italiano, diminuiscono le stesse ore di inglese, la seconda lingua straniera c'è per finta o non c'è... Quello su cui il Giscel dovrebbe prendere posizione è proprio il disegno complessivo”. Alberto aderisce all’idea: “Serve un documento complessivo, articolato per punti, in cui elencare crudamente le tessere di questo mosaico della politica di smantellamento”. Infine Maria Pia riprende l’idea (che io avevo affacciato, con un sarcasmo di troppo sulla scarsa frequentazione del nostro blog) di aprire una discussione per vedere se è possibile arrivare a un testo condiviso prima dell’assemblea del 5 marzo.
Ci proviamo?
Adriano

Qualche opinione (in ordine sparso), per cominciare
Una riduzione degli orari complessivi è più che opportuna nella scuola secondaria di 2° grado (e anche di 1° grado, se parliamo di ore frontali). Non sembra che avere orari tra i più lunghi del mondo in un anno scolastico tra i più lunghi del mondo abbia prodotto buoni effetti.
Ma se si riducono le ore lasciando tutto il resto invariato, si produrranno certamente danni. Una strada sarebbe aumentare le possibilità di opzione, vedere alcuni insegnamenti in successione, invece che in contemporanea. Una geografia conclusa alla scuola media (a 14 anni; ma ci pensate che in molti paesi a 16 finisce la secondaria?) sarebbe un esempio. L’idea avanzata da anni dal LEND, che due lingue straniere si studiano in successione, non in contemporanea, sarebbe un altro. Un terzo esempio: non si introdurrà mai la musica se si immagina di aggiungerla all’esistente; ma non potrebbe alternarsi con le arti visive, o a volte scegliersi l’una o le altre?
Le cose si imparano e poi si usano; decidere che debbano essere studiate da tutti per tutti gli anni vuol dire riconoscere a priori che non saranno imparate.
Voi li volevate tenere fermi alla ricerca della perfezione. Una perfezione che è assurda perché il ragazzo sente le stesse cose fino alla noia e intanto cresce. (Lettera a una prof. p. 17)
So che ci sono ben altri problemi e non sono capace di farne nemmeno l’elenco. Butto lì alcune cose su cui bisognerebbe pronunciarsi:
- la politica verso i bambini “stranieri”, che sarebbe ora di chiamare i “nuovi italiani” (credo che sia fatta soprattutto di proclami propagandistici, ma anche quelli hanno effetti gravi);
- il “maestro unico” (nei fatti, spezzatini di ore nelle classi), la abolizione? deformazione? del tempo pieno;
- le altre sparate propagandistiche sul voto in condotta, il ritorno alla serietà, i grembiulini ecc.;
- la negazione di ogni autonomia alle scuole, in ciascuno degli atti di governo, metodicamente.
Il mio auspicio è che su queste cose, e sull’insieme, riusciamo a dire non solo quello che condanniamo, ma soprattutto quello che vogliamo. Un cahier des doléances servirebbe a poco.
A.

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