sabato 16 marzo 2013

Regolamento sul Sistema Nazionale di Valutazione

All’indomani dell’approvazione del Regolamento sul Sistema Nazionale di Valutazione delle scuole pubbliche e delle istituzioni formative accreditate dalle Regioni (Consiglio dei Ministri 8 marzo 2013) il Segretario nazionale pone alcune 'domande in libertà'.

Quanti ricordano l’ultimo atto del Governo Berlusconi a proposito della valutazione del sistema scolastico? L’annuncio nella Lettera di intenti del Governo all’Unione Europea (26-11-2011) di definire per l’anno scolastico 2012-13 un programma di ristrutturazione per le scuole “con risultati insoddisfacenti” sulla base delle prove INVALSI fece molto discutere. “L'accountability delle singole scuole verrà accresciuta (sulla base delle prove INVALSI), definendo per l'anno scolastico 2012-13 un programma di ristrutturazione per quelle con risultati insoddisfacenti”. L’affermazione citata è stata alla base del dibattito. Da essa sono scaturite una serie di domande che hanno messo a fuoco problemi di vario tipo: è possibile pensare che i risultati di una scuola siano valutati sulla base di una prova di comprensione del testo scritto, di qualche item di grammatica e di una prova di matematica? Si può rendere conto dei risultati conseguiti da una scuola a chi vi è interessato facendo riferimento alla valutazione degli apprendimenti (meglio di alcuni apprendimenti)? È pensabile fare coincidere le prestazioni degli alunni di una scuola con la qualità dell’istruzione da essa impartita? Non è necessario forse che le rilevazioni siano di sistema e forniscano quindi informazioni più complete e dettagliate sulle singole istituzioni? Insomma, l’annuncio nella sua formulazione, oltre a mettere a nudo una scarsa dimestichezza con gli aspetti docimologici e valutativi elementari, portava allo scoperto alcuni punti nevralgici mai seriamente affrontati: la marginalità delle scuole dal dibattito sulla valutazione e la superficialità con la quale si affronta in ambiti non scolastici il dibattito sulla valutazione di sistema.

Non meno singolare è quanto accade in questi ultimi giorni. Il Consiglio dei ministri (presidenza Monti) l’8 marzo 2013 ha approvato il Regolamento che istituisce e disciplina il Sistema Nazionale di Valutazione delle scuole pubbliche e delle istituzioni formative accreditate dalle Regioni. L’iter è durato otto mesi, ma l’approvazione è avvenuta come ultimo atto di un governo dimissionario che ha un solo intento: rispondere agli impegni assunti nel 2011 dall’Italia con l’Unione europea, in vista della programmazione dei fondi strutturali 2014/2020. Anche in questo caso le domande non mancano: quali risorse assegna il Regolamento all’INVALSI? Si può auspicare che la semplice attribuzione di funzioni permetta all’Istituto nazionale di valutazione di assolvere ai compiti e alle azioni molto impegnativi che ne derivano? Basterà istituire un nuovo ambiente di apprendimento nel quale saranno disponibili strumenti di valutazioni e dispense riassuntive per accrescere la cultura della valutazione nelle scuole e per supportare le scuole nei piani di miglioramento? Su quali riflessioni teoriche ed esperienze concrete e significative si baserà la messa a punto dei piani di miglioramenti previsti dal Regolamento? È sensato ritenere che un’iniziativa realizzata in via sperimentale (progetto sperimentale Vales) in 1300 istituzioni scolastiche possa essere estesa a tutte le scuole presenti sul territorio nazionale?

Nell’arco di un triennio gli ultimi atti dei Governi dimissionari, a prescindere dell’orientamento politico, si sono dedicati a un tema sensibile e delicato come quella della valutazione del sistema scolastico nei ritagli di tempo e in condizione di grande urgenza. Non è una osservazione di natura ideologica, ma oggettiva. Con l’approvazione del Regolamento si dà il via a un intervento normativo, dalla cui attuazione non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, si completa il processo di decentramento dell’Amministrazione a favore delle autonomie scolastiche. Non si può fare a meno di chiudere con una serie di nuove domande: le Istituzioni scolastiche che agiscono sul territorio nazionale avranno uno strumento di validazione del loro operato, ma chi metterà mano ad un serio intervento normativo per dotare le Istituzioni scolastiche di uno strumento di validazione delle azioni compiute dal Governo e dal Parlamento a proposito del sistema educativo nazionale? È un’utopia sperare di disporre di un sistema di rendicontazione sociale sugli interventi messi in atto (o disattesi) dai Governi per sostenere la scuola italiana?  Quali interventi efficaci e concreti sono stati (e saranno) messi a punto dagli organi istituzionali per ridurre il divario più volte segnalato da indagini nazionali e internazionale fra il Nord e il Sud?

Maria Antonietta Marchese

5 commenti:

Daniela Bertocchi ha detto...

Non sono ancora pronta a rispondere alle impegnative domande di Antonella, ci sto pensando su. Vorrei solo fare una proposta: che ne dite se come GISCEL raccogliamo bene la molta documentazione che "gira" intorno al Regolamento della valutazione? Io in parte ho cercato già di farlo, ma non credo che qui sia possibile allegare dei file: oltre al Regolamento stesso (che è già un documento complesso, con diverse relazioni di presentazione e tecniche allegate), secondo me è utilissimo leggere anche il parere del CNPI (che tocca, almeno in parte, alcuni dei problemi esposti da Antonella).
E' molto interessante anche la documentazione di VALES, in particolare quella che riguarda l'autovalutazione delle scuole. Insomma, se vi interessa e se troviamo un modo di farlo qui sul sito, io mi offro di condividere la documentazione che ho.
Un'ultima cosa: VALES è a mio parere un progetto molto interessante (e credo che lo pensino anche le scuole, visto che si erano volontariamente offerte di farlo più di 1000 Istituti, anche se poi, per un problema di risorse, ne sono state accettate solo 300) e io non mi scandalizzo se, come punto di partenza dell'auto- ed eterovalutazione, si parte proprio da questo progetto e dagli strumenti elaborati nel progetto che al momento sembrano più significativi. L'importante è che sia poi possibile, monitorando il percorso della valutazione di Istituto, modificare o sostituire strumenti che non si siano dimostrati attendibili o completi o facili da usare.

M.Antonietta Marchese ha detto...

La proposta mi sembra fattibile. Sul blog credo si possano inserire link.Provo a incollare una intervista al Sottosegretario Ugolini e una al Direttore generale Stellacci. Le interviste hanno stimolato in me altre domande.
http://www.vita.it/societa/scuola/scatta-la-valutazione-delle-scuole-ispirata-a-marilyn-monroe.html;
http://www.ilsussidiario.net/News/Educazione/2013/3/13/SCUOLA-Stellacci-Miur-il-nuovo-Regolamento-premia-l-autonomia-delle-scuole/372538/
mam

Daniela Bertocchi ha detto...

Cara Antonella, i link che hai pubblicato purtroppo non risultano attivi. Certo, si può fare copia e incolla, ma non è granché comodo. Resto in attesa di sapere dal webmaster se si possono allegare pdf, e come fare.

M.Antonietta Marchese ha detto...

commento di Cettina Solarino
Cara Antonella, cari tutti,
benché in questi giorni abbia studiato per essere preparata a postare un qualche suggerimento o osservazione sul tema proposto da Antonella, devo confessare che ho le idee ancora piuttosto confuse. Ho parlato con amici dirigenti, raccogliendo impressioni del tipo: “I dirigenti seri non danno credito a queste iniziative: sono fuochi di paglia che per realizzarsi dovrebbero essere accompagnate da ulteriori provvedimenti attuativi, da risorse, ma poi tutto tace…” In un altro caso ho suscitato ricordi di infauste iniziative precedenti, come la valutazione dei dirigenti fatta dai dirigenti stessi, buttata nel cestino non appena ci si è resi conto della follia del criterio…
Il parere più articolato che mi è stato espresso tra quanti sono ancora in servizio nella scuola è quello di Gheti Valente, che vi riporto qui sotto
“Ho l'impressione che come sempre si tratta di operazioni frettolose, che poco hanno a che fare con una seria e responsabile discussione con la scuola reale, con i suoi punti luce, ma anche con le tantissime ombre.
Mi sembra che ancora una volta sia stata gettata alle ortiche la possibilità di discutere nella scuola di un nodo problematico come quello della valutazione senza condivisioni, senza ragionamenti sull'idea di scuola…”.
E’ difficile non condividere questa richiesta di coinvolgimento attivo dei docenti (di tutti i docenti, non solo dei ‘militanti’), è anche sbagliato, però, non cogliere il segno dell’ innovazione rappresentata dall’introduzione di criteri oggettivi di valutazione. a tutti i livelli del nostro sistema scolastico…
Come si esce da queste contraddizioni, che si moltiplicano a tutti i livelli? Ascoltavo stamattina su radio3 la trasmissione ”Tutta la città ne parla”le contrastanti opinioni di chi vuole una selezione nella scuola superiore che porti all’università solo le eccellenze (spendiamo moltissimo per studenti universitari che abbandonano in massa) e chi, come il conduttore, ricordava il valore democratico della scelta di aprire l’università a tutti i diplomati… (eccovi il link per scaricare la puntata, davvero interessante http://www.radio.rai.it/podcast/A42593163.mp3)
E ancora: cercando in Internet pareri sul “Regolamento” ho scoperto che spendiamo risorse superiori a quelle del resto d’Italia per la scuola meridionale, e nel Sud abbiamo i risultati più scarsi… (si veda http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=44366&action=view).
D’altra parte i docenti della scuola fanno un lavoro difficilissimo e pesantissimo: il prof. Modica dell’Università di Modena e Reggio osservava nella trasmissione di radio3 che ho citato sopra, che gli insegnanti fanno in tre settimane il numero di ore di lezione di un professore universitario. Verissimo: ma come si fa con le compatibilità di bilancio? Anche questi sono problemi veri: le "variabili indipendenti" non se le può permettere più nessuno, ormai.
Insomma, dove voglio andare a parare? Non lo so neanche io, ma credo che dobbiamo fare tutti uno sforzo per capire meglio i nostri tempi e la nostra società. Per esempio informandoci di più, usando la rete, organizzandoci meglio… A questo proposito ho una proposta: ho scoperto per caso che l’8 aprile prossimo si svolgerà a Firenze un convegno, di un pomeriggio, dal titolo “Dove ci porta il regolamento sul sistema di valutazione?” Tra gli altri, interverrà Giancarlo Cerini. C’è qualcuno tra noi, che vive a Firenze, Roma, Bologna e può farlo senza grossi sacrifici e spese, che si prende l’incarico di parteciparvi e di riferire nel blog quello che vi si dice? Sarebbe davvero una cosa utile, non credete?
Eccovi il link con maggiori informazioni sul convegno di Firenze:
http://www.flcgil.it/regioni/toscana/firenze/dove-ci-porta-il-regolamento-sul-sistema-di-valutazione-se-ne-discute-a-firenze.flc?keepThis=true&TB_iframe=true&height=400&width=850
Scusate la lunghezza del commento, ma una volta che c'ero...

Cettina Solarino

Maria ha detto...

Come ha segnalato Daniela Bertocchi, i link inseriti nei commenti non sono attivi, perciò li stiamo raggruppando nel post "Commenti al Regolamento sulla valutazione".
Aggiungo qualche considerazione veloce.
Nel contratto dei dirigenti scolastici esistono due voci 'variabili': la retribuzione di posizione (legata in parte alla complessità della scuola, numero di plessi, di alunni, ecc.)e la retribuzione di risultato.
In assenza di un sistema di valutazione la retribuzione di risultato viene erogata più o meno 'a prescindere'. Il senso del Regolamento di valutazione, che per il momento si occupa soprattutto della valutazione dei dirigenti (non dei docenti)è indurre i dirigenti a individuare pochi e precisi obiettivi da raggiungere nel corso del triennio (durata del contratto) e far sì che si impegnino davvero per realizzarli.
E questo significa indurre i dirigenti a far lavorare i docenti sui risultati delle prove INVALSI e sul miglioramento dell'organizzazione scolastica.
I principi di fondo mi sembrano buoni. Nella stesura del Piano di miglioramento i dirigenti dovrebbero essere 'supportati' (non 'valutati') da osservatori esterni (per i quali l'INVALSI ha già predisposto un bando, scaduto il 25 marzo).
Certo, nella scuola, soprattutto in certe scuole del Sud, i problemi sono tali e tanti (edifici non a norma, atti vandalici, ragazzini a dir poco 'difficili') che tutto il personale della scuola vive i disagi di emergenze continue.
Anch'io credo che VALES, punto di partenza per il Regolamento sulla valtuazione, sia un progetto interessante (per ottenere dati confrontabili è necessario partire da strumenti standardizzati di raccolta delle informazioni eutilizzare al meglio, come in VALES si cerca di fare, la mole di informazioni di cui il MIUR diposne già al sistema SIDI).