martedì 16 ottobre 2012

Ancora tagli alla scuola

Si pensa di portare l'orario di insegnamento da 18 a 24 ore. Che succederà?

7 commenti:

Adalgisa ha detto...

Poveri docenti italiani. E' vero che in Europa l'orario di cattedra è più alto, ma sono più alti anche gli stipendi.
E poi gli insegnanti non hanno tutte le riunioni che abbiano noi.

Unknown ha detto...

Daniela Bertocchi
In data odierna (17/10) il ministro Profumo ha espresso una certa disponibilità a rivedere le misure di cosiddetto "risparmio" sulla scuola contenute nella bozza del DDL sulla stabilità, naturalmente "a saldi invariati".
Di fronte all'aumento dell'orario "frontale" degli insegnanti da 18 a 24 ore, questa flebile disponibilità non basta. Qui voglio vedere la questione solo da un punto di vista didattico: credo che sia ora che il ministro, e con lui i cittadini e le cittadine che hanno espresso consenso a questa misura, si rendano conto di che cosa significhi questo aumento abnorme dell'orario "frontale" dei docenti per i nostri studenti e studentesse.
Vuol dire, ad esempio, che un insegnante che ha 2 ore alla settimana per classe (come quello di inglese!), invece di avere 9 classi, ne avrebbe 12, cioè circa 330 - 360 studenti, senza la possibilità non si dice di conoscerli, ma almeno di riconoscerli. Vuol dire che un insegnante di Lingua e letteratura italiana nella scuola secondaria di 2° grado potrebbe avere fino a 6 classi, cioè fino a 240 studenti. Voi credete davvero che si possa far scrivere spesso (non le rituali 6 volte all'anno, che servono a pochissimo) questi studenti e correggere i loro elaborati in maniera precisa e significativa? Fate un po' il conto delle ore che un insegnante impiegherebbe a correggere "decentemente", non a dare un voto e basta, i testi scritti da più di 200 studenti.
Si potrebbe osservare gli studenti in classe per cogliere lo sviluppo o no delle competenze e documentare l'andamento di ognuno, se gli studenti fossero in questo numero?
Senza contare che oggi molti insegnanti usano, e io so che è vero perché ne vedo i prodotti, un'ora di preparazione a casa per un'ora di lezione. Con 24 ore di insegnamento come farebbero? Diventerebbero necessariamente monotoni ripetitori di contenuti sempre uguali e presentati sempre nella stessa maniera, nel cambiare dei ragazzi e delle generazioni.
Cosa ben diversa sarebbe se il ministro avesse proposto di portare a 24 ore il "tempo scuola" dell'insegnante, in modo che 6 ore fossero dedicate, a scuola, alla programmazione comune, alla preparazione delle lezioni, alla correzione dei compiti, alla formazione e all'aggiornamento degli insegnanti. Questa sarebbe stata una scelta di "professionalità", e avrebbe permesso di distinguere le proteste puramente corporative da quelle di chi crede nell'insegnamento e opera per migliorarlo; ma certo non avrebbe portato a quel "risparmio" di circa 750 milioni di euro che, non si capisce perché, pare debbano venire proprio dalla scuola, un settore strategico e già sottoposto a una cura da cavallo di tagli negli ultimi anni! Come associazione professionale, ritengo che non si possa rimanere in silenzio di fronte a un provvedimento che "condanna" la scuola pubblica, di tutti e di ognuno, alla dequalificazione.

M. Emanuela Piemontese ha detto...

Proprio oggi, su Facebook, ho scritto che non capisco come possano dei professori, benché membri di un governo che deve fare i conti con la maggioranza parlamentare trovata e un'opposizione paralizzata, permettere che scuola e ricerca siano tenute in così 'alto conto' anche da loro. E che i docenti e ricercatori siano sistematicamente e vieppiù dispezzati, umiliati e offesi, trattati anzi come parassiti della società. Apprezzo la scelta professionale di Daniela di limitarsi agli aspetti didattici e la condivido. Tuttavia c'è un bug nel ragionamento del governo dei "professor"i e anche di un articolo letto sul 'Sole 24 Ore' di sabato scorso (garbatamente non contrario agli ulteriori tagli alla scuola). Parlano tutti di medie europee degli orari di lavoro degli insegnanti (l'Europa ce lo chiede). Perché nessuno parla nessuno contestualmente anche delle medie europee degli stipendi degli insegnanti? Evoco sgarbatamente l'argomento del vile denaro non perché lo ritenga prioritario rispetto a quello della professionalità e della didattica, ma perché non ritengo affatto corretto quello che pensano, dicono e fanno sia i "professori" prestati alla politica (e i politici che li hanno preceduti ) sia alcune cinghie di trasmissione della disinformazione ormai sistematica e avvilente. Eppure io avevo sperato, contro ogni mia ragionevole resistenza, che dai tecnici potesse venire una virata proprio sulla questione "scuola e ricerca". Aveva ragione l'uomo della vignetta di Altan (del 18 nov. 2011) che diceva: "Non esageriamo." Vignetta che custodisco gelosamente, ritagliata, nel risvolto della mia agenda. Oggi quelle due parole mi suonano come un "memento mori ". Che pena!

rosanna figus ha detto...

certo che i bei discorsi di Profumo (ma non starà diventando un po' Puzza?) si scontrano con le proposte concrete. Quando si pensa a più tempo vissuto dalla comunità scolastica (docenti-studenti-genitori) si pensa al fatto che le attività pomeridiane si scontrano con la difficoltà economica di aprire il pomeriggio le scuole? E in queste sei ore in più è naturalmente prevista una postazione che mi permetta il lavoro che faccio a casa con il MIO computer, la MIA connessione, il MIO scrittoio, il MIO autoaggiornamento fatto sui MIEI testi, cosa che alla scuola non interessa in alcun modo?
immagino anche che contestualmente si pensi ad adattare le strutture per adeguarle a quelle europee e a mostrare con almeno un po' di pudore che si crede veramente in quelle parole ora così vuote da essere irritanti. La nostra scuola ha bisogno di tanto ma di fare sei ore in più non se ne sente davvero l'esigenza! Vogliamo colleghi giovani, europei, elastici, multilingui, nativi informatici, appassionati!Naturalmente sia Daniela Bertocchi che Emanuela Piemontese sfondano una porta aperta!
e ora facciamoci sentire!



ed ora facciamoci sentire!

Adriano ha detto...

Concordo pienamente con Daniela Bertocchi. La questione è tutta nella distinzione tra "orario di servizio" e "orario di insegnamento"; un orario di servizio di 24 ore servirebbe ad avvicinare le prestazioni degli insegnanti che lavorano troppo e di quelli che lavorano troppo poco, e renderebbe possibili attività collettive che oggi nella secondaria sono difficilise non impraticabili, o affidate all'arbitrio dei capi. Un aumento dell'orario di insegnamento (già aumentto con la generalizzazione delle 18 ore settimanali) è insostenibile per molte ragioni. E' triste che a non capire queste cose elementari siail ministro di un governo che sarebbe "nuovo".
Adriano

Anonimo ha detto...

E i giovani..che fine faranno!!
Se noi con le 24 ore copriremo le sostituzioni, le ore residue etc..loro, i giovani, non riusciranno mai più ad entrare nella scuola.entina

Val

m.a.m ha detto...

Scuola, dietrofront del governo
sulle 24 ore degli insegnanti

http://www.unita.it/scuola/scuola-dietrofront-del-governo-br-sulle-24-ore-degli-insegnanti-1.458588