venerdì 30 ottobre 2009

Verso il Convegno... 5. La riflessione sulla lingua dalla scuola elementare al biennio superiore

In questa nuova proposta di lettura Adriano Colombo, partendo dalla messa a fuoco di alcuni punti chiave e criticando alcune debolezze e incongruenze dei programmi vigenti nel 1997, formula una proposta per un curricolo verticale di riflessione sulla lingua.
Con parole importanti quali coerenza, pulizia concettuale e produttività, riferibili alle caratteristiche di un percorso didattico, A.C. costruisce una sua proposta di riflessione linguistica in prospettiva nozionale: dalle prime osservazioni sulle variazioni di forma il “fare grammatica” in classe, lungo strade percorse e ripercorse in termini ricorsivi, porta al cuore del rapporto tra lingua, mente e visione del mondo.

4 commenti:

Anna Maria Curci ha detto...

Ho riletto con attenzione l'ipotesi di curricolo di Adriano Colombo, che trovo lucida e realisticamente percorribile, proprio sulla scorta di quanto rilevo quotidianamente, sia nella prassi didattica, sia nella raccolta di dati che mi giungono da colleghi che operano nella scuola elementare e nella scuola secondaria di primo e secondo grado. Mi sembra importante, in questo contesto, volgere l'attenzione alle rappresentazioni dei giovani apprendenti circa la riflessione sulla lingua. Qualche anno fa, quando il piano nazionale Poseidon muoveva i primi passi, ho segnalato il Questionnaire trilingue elaborato da Ingelore Oomen-Welke nell'ambito del progetto "Janua linguarum". Qui
http://www.ecml.at/documents/pub121E2004Candelier.pdf
(inglese) o qui
http://www.ecml.at/documents/pub121F2003Candelier.pdf
(francese)
nella sezione B del III capitolo ("The world of languages: what children and adolescents think/ L'univers des langues: ce que pensent les enfants et les adolescents en Europe") è possibile informarsi sui risultati dell'indagine svolta in nove paesi europei.

Donatella Lovison ha detto...

Grazie Anna Maria per la segnalazione.
Se interpreto bene, dall’indagine sembra risultare che i bambini e gli adolescenti intervistati non hanno un approccio metodologico di tipo comparativo tra le lingue e che percepiscono le differenze tra le lingue, ma non sanno dire in che consistano queste differenze. Sembra, dunque, che i giovanissimi intervistati non abbiano competenza nella riflessione linguistica, soprattutto in ottica plurilingue, ma che il metodo e le conoscenze siano in fase di strutturazione. Ne consegue che lo sviluppo dell’attitudine a riflettere sulle lingue e l’acquisizione di una metodologia siano obiettivi importanti da perseguire nella scuola dell’obbligo.
Utilissimo quindi l’aggancio con la proposta di curricolo di A. Colombo.

Antonella Casciello ha detto...

Anche io ringrazio Annamaria per la sua presenza continua e per i suoi preziosi contributi alla riflessione!
Concordo quindi con Donatella sull’importanza dell’acquisizione di una metodologia di apprendimento fondata sulla riflessione plurilingue fin dalla scuola dell’obbligo.
In tale ottica e in relazione alla interessante ipotesi di curricolo di A.Colombo, mi sembrerebbe importante, ampliare il discorso sull’educazione linguistica anche alla didattica delle lingue classiche nel biennio.
Gli interrogativi sulla grammatica a scuola :”quando? come? quale? perché? “, dovrebbero costituire il fondamento per ogni pratica didattica, ma, a mio parere, in modo particolare per l’approccio al latino e al greco, in cui talvolta emerge una sorta di tradizionale tendenza ad un insegnamento/apprendimento grammaticale di tipo passivo.Soprattutto in questo ambito la riflessione sulla lingua dovrebbe necessariamente divenire l’attività intelligente che A. Colombo auspicava nel precedente contributo.
Sarebbe interessante conoscere le esperienze dei Colleghi.

Donatella Lovison ha detto...

Grazie Antonella per questo tuo intervento. In effetti di approcci innovativi all’insegnamento della grammatica delle lingue classiche si sente parlare poco. Eppure il lavoro del Poseidon-Apprendimenti di base ha fatto intravvedere che esperienze interessanti in questo senso ce ne sono. Il problema, secondo me, è che non trovano modo di essere diffuse. Bene hai fatto, quindi, a dire che sarebbe interessante conoscere percorsi e proposte didattiche di riflessione sulle lingue classiche.