tag:blogger.com,1999:blog-4348804593508429758.post1811289404953014186..comments2015-02-05T21:58:00.542+01:00Comments on Giscel: Educazione e integrazioneGiscelhttp://www.blogger.com/profile/10715796325807922286noreply@blogger.comBlogger2125tag:blogger.com,1999:blog-4348804593508429758.post-61268250447726924242008-07-18T18:35:00.000+02:002008-07-18T18:35:00.000+02:00Ecco le ultime novità, da un lato il Ministro prom...Ecco le ultime novità, da un lato il Ministro promette finanziamenti ad hoc per l’inserimento scolastico dei bambini rom e parla di mediazione culturali (cfr. http://www2.tecnicadellascuola.it/index.php?id=23089&action=view ), dall’altro difende la vile operazione delle impronte digitali agli stessi bambini. Che dire? Siamo vigili e pronti al dialogo ma fermi sulle nostre tesi. Fare educazione linguistica è sempre stato rivoluzionario, continuiamo con nuovo slancio. Ce ne sarà bisogno!Marilenahttps://www.blogger.com/profile/02429397587405320540noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4348804593508429758.post-39045884595955760882008-06-27T20:03:00.000+02:002008-06-27T20:03:00.000+02:00Cara Carla,voglio seguire il tuo esempio e uscire ...Cara Carla,<BR/>voglio seguire il tuo esempio e uscire dal silenzio.<BR/>Tu ci ricordi le disposizioni e i decreti che, a partire dall’89, parlano di inserimento dei minori stranieri nella scuola dell’obbligo e della valorizzazione delle culture diverse anche attraverso le figure del mediatore linguistico e del mediatore culturale. E noi sappiamo che molti colleghi si preparano all’accoglienza degli immigrati anche mediante corsi di formazione, tanto più faticosi in quanto si aggiungono al fare scuola quotidiano. Ma quale cultura dell’accoglienza si può creare in una società che si sente molto spesso autorizzata a gridare la sua paura dell’altro, il suo odio per l’altro da cui si sente destabilizzata? E che dire delle annunciate misure del governo che intende schedare i minori stranieri nell’intento di proteggerli dai loro stessi genitori che li spingerebbero a delinquere?<BR/>In una bella relazione Silvana Ferreri (http://ius.regione.toscana.it/cld/ pag. 44) sostiene che le parole della lingua regolano il nostro “stare insieme” e lo stesso fanno le leggi; quindi, citando Zagrebelsky, attribuisce all’esercizio della parola, al dialogo, la via della democrazia. <BR/>Quale dialogo può coordinare il mediatore (linguistico o culturale che sia) con cittadini e cittadine che appiccano il fuoco ai campi dei rom (simbolo di emarginazione e degrado) e non certo per accoglierli nella legalità e nella democrazia delle regole uguali per tutti? <BR/>Penso a un’educazione linguistica democratica che porti un allievo rom a definirsi zingaro per scherzare sui pregiudizi dei compagni (e sui nostri), mentre questi hanno imparato a definirlo rom oppure sinti o altro in una reale valorizzazione della diversità.Anonymousnoreply@blogger.com